[Letteratura] Dal latino al volgare : La rottura della norma classica

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~ Tony
view post Posted on 26/9/2012, 15:57     +1   -1




LETTERATURA ITALIANA

Dal latino al volgare : La rottura della norma classica

Lezione:Il latino non è solo quello che noi conosciamo della tradizione letteraria ma una lingua viva , soggetta a mutazioni e con caratteristiche diverse a seconda della cultura e del mestiere dei parlanti (sermo piscatoris , militaris ecc..) e agli ambienti (sermo urbanus , sermo rusticus ecc..). Le fonti che ci permettono di seguire la trasformazione del latino classico sono fonti indirette. Esse sono essenzialmente :
1) I volgarismi usati dagli stessi scrittori classici per particolari fini descrittivi.
2) Le iscrizioni , non tanto quelle pubbliche di tono ufficiale ma quelle private (es. Pompei).
3) I manoscritti redatti da copisti di scarsa cultura che introducono (per abitudine o per errore o per incomprensione del linguaggio letterario)termini del latino parlato.
4) I grammatici che richiamano la norma classica contro quelle che a loro sembrano degenerazioni linguistiche.
Molto interessante è , a questo proposito , la così detta Appendix Provi composta a Roma prima del 323 a.c. che riporta 227 volgarismi contrapponendo ad essi i termini classici correnti. Così vediamo che viene attestata la caduta della "n" nel nesso "ns":
Es. Mensem --> Mesem ; Sponsum --> Sposum
Oppure sappiamo che il termine "calda" veniva usato al posto di "calida" , "frigida" al posto di "frigida" ecc..
Documentata è anche la ruduzione del dittongo "au" in "o" per cui "aurum! diventa "orum" e "auricla" in "oricla". Abbiamo anche la caduta della "m" finale (orum --> oru --> oro) e la trasformazione della "u" in "o". La caduta dell' "h" iniziale (homo --> omo) e la trasformazione dei dittonghi "ae" e "oe" in "e" ; L'introduzione dell'articolo determinativo (da "ille") e indeterminativo (da "unus"); L'uso dei modi perifrastici si perde (per esprimere un'azione futura si usa l'infinito pi
"habeo" --> "amare" habeo --> amar-ò --> amerò); Il prevalente impiego di vocaboli di uso comune su quelli letterali come "vucca" al posto di "os" , di "manducare" al posto di "edere" , "caballus" al posto di "equus", "basium" al posto di "osculum" (bacio), "stella" al posto di "sidus" (astro , stella). Si tenga poi conto della funziona svolta dal cristianesimo sia dell'introduzione di vocaboli nuovi (di origine ebraica come "sabbatum" , "chrubim" , "pascha" ecc.. e di origine greca come "angelus" , " apostolus" , "pparadisus" , "diabulus" ecc..). Teniamo conto che anche molte parole presenti nel latino classico modificano il loro significato nei nuovi idiomi locali. Ad esempio "virtus" che nel latino classico significava "coraggio" nel volgare è "virtù" ; Oppure "captibus" (prigioniero) assume il significato odierno perchè usato nell'espressione "captibus diaboli" (prigioniero del demonio). In ultimo ricordiamo gli apporti che sul latino hanno avuto i prestiti dalle lingue barbare e dagli arabi (coton , algebre , abrico (albicocca) ecc..).
 
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